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La storia dei cosmetici: dal 1700 sino ai nostri giorni

 

I cosmetici in passato erano considerati inutili quanto l’abbigliamento intimo, oltre che associati alla sessualità e all’erotismo.

L’insieme dei prodotti per la cosmetica viene convenzionalmente classificato in sottogruppi, considerato in funzione dei diversi ambiti applicativi dei cosmetici utilizzati. Vediamo le 4 classi di cosmetici principali:

  • Cosmetica, per la cura del corpo, viso, capelli

  • Cosmesi decorativa o trucco; in inglese Make up

  • Detergenza e igiene personale

  • Profumeria

Il loro uso è stato per lungo tempo associato alla debolezza morale, sia per gli uomini che per le donne. Dal sedicesimo al diciottesimo secolo, è stato un voga un trucco molto artificiale, con il viso sbiancato dalla cerussa e dall’ocra rossa, fino all’arrivo del Romanticismo, che rifiutò tutto ciò che era innaturale, riportando in auge il volto senza trucco. Negli Stati Uniti, più tardi, le donne continuarono ad affidarsi a creme e lozioni fatte in casa per ammorbidire la pelle e furono questi prodotti, più che il make up, a dare il via all’industria cosmetica. Helena Rubinstein e Elizabeth Arden sono state due pioniere in questo settore, agli inizi del 1900. Entrambe non vendevano i propri prodotti come simbolo della schiavitù femminile, ma come parte della libertà per cui le donne stavano lottando; Helena Rubinstein descriveva la bellezza e la giovinezza come un diritto di ogni donna e curare questi aspetti era fondamentale per favorire l’emancipazione. Nonostante ciò, i cosmetici a buon mercato tardarono a decollare, perché ancora non davano gli stessi risultati di quelli più costosi. Negli anni ’50 i trucchi ritornarono ad essere un segno di conformità, per poi negli anni ’60 tornare ad abbandonare il trucco, o perlomeno a sceglierne uno meno vistoso. Nel corso degli anni ’70 e ’80, il trucco variò sensibilmente; in generale il trucco sembra essere diventato una convezione sociale ordinaria: per le donne si tratta di un’uniforme, simile alle cravatte indossate dagli uomini, che servono più come rassicurazione sul fatto di non essersi discostate troppo dalle norme di un aspetto ragionevolmente gradevole, che come un mezzo per fare dichiarazioni o esprimere se stessi.

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