L’abbigliamento intimo è un elemento vestiario che in realtà rimase sconosciuto fino al diciannovesimo secolo; vediamo la sua storia attraverso gli anni per arrivare sino ai nostri giorni.
Per secoli si erano indossate sottane di lino, che servivano a proteggere sia il corpo dalla stoffa, che viceversa. Nel ventesimo secolo la parola lingerie cominciò ad indicare indumenti affascinanti, creati con stoffe raffinate. In questo periodo, la donna sessualmente emancipata era quasi rispettabile e il vizio non era così rigidamente separato dalla virtù, poiché le barriere morali non erano più così invalicabili. Dopo il 1918, la diffusione delle fibre artificiali implicò la produzione in massa di indumenti intimi eleganti. I corsetti non scomparvero, ma si trasformarono in bustini, che erano più elastici, ed è in nello stesso periodo che comparvero i collanti, come simbolo di una nuova libertà, al posto di reggicalze e altri tipi di indumento intimo; è stata la prima volta che sull’estetica ha trionfato sula comodità e la funzionalità. Durante gli anni ’70, l’intimo fece la sua ricomparsa in Gran Bretagna grazie a Janet Reger e alla sua linea di intimo; nel suo catalogo i capi intimi erano pensati per essere una forma di abbigliamento pubblico, come ad esempio canottiere e corsetti. La distinzione tra abbigliamento intimo e visibile rifletteva anche la distinzione tra pubblico e privato, che si era gradualmente attenuata nel corso del tempo.